La Route del Noviziato del Livorno 2 nella Laguna veneziana.
Ideazione
L’idea di programmare, costruire e realizzare una Route in canoa è nata dall’esperienza
della bottega, a Firenze, nella quale si affrontava la realizzazione di una canoa, alla quale hanno
partecipato 2 novizie del gruppo alle quali sono stati dati anche spunti di route già fatte da altri Clan nella Laguna veneta.
Al loro ritorno, parlando di come fosse andata la bottega, ci ha entusiasmato l’idea di provare a realizzare
una Route in canoa!
Progettazione
Ci siamo informati e, cercando su Internet, abbiamo trovato una possibile Route, realizzata in passato
da un noviziato di Roma, sempre presso la laguna veneziana. Sulle pagine web del gruppo romano abbiamo trovato anche dei contatti utilizzati dai Rover e Scolte della Città Eterna che abbiamo potuto utilizzare per la nostra idea. Dunque, abbiamo scelto il percorso da fare e ci siamo messi all’opera per organizzare la logistica:
● i pernotti (riusciamo a ottenere ospitalità o dormiamo in tenda?)
● il vitto (cosa portare da casa e cosa possiamo trovare di fresco nelle varie isole della Laguna e, soprattutto, l’approvvigionamento idrico, importantissimo con il caldo che avremmo affrontato in quei giorni, anche considerando che sarebbe stato impossibile portare troppe scorte con noi)
● il trasporto (usare treno, macchina o pullman, tenendo conto delle varie spese di ogni alternativa)
● il noleggio delle canoe (parte fondamentale e immancabile!)
● preventivo dei costi generali
Realizzazione
Abbiamo scelto di fare 4 giorni in canoa, partendo da Campalto, in provincia di Venezia, raggiungendo il paese in macchina (da Livorno sono 350 km approssimativamente fatti più o meno in 3 ore).
Da qui è cominciata la nostra route in canoa, con le seguenti tappe:
1° tappa: Campalto – Murano sono 5,5 km percorsi in 1h e 30;
2° tappa: Murano – Venezia – Murano (con visita de ‘La Serenissima’) sono 19 km tra canoa
e strada con un tempo di 7 ore e 30 minuti (pranzo compreso). Per raggiungere Venezia in canoa
sono circa 40 minuti con una distanza di 3 km sia andata che ritorno, ma c’è da fare molta
attenzione a dove arrivare per via del traffico di imbarcazioni e del divieto di andare in canoa
nel canali interni;
3° tappa: Murano – Sant’Erasmo – Punta Sabbioni – Sant’Erasmo sono 14 km con una
tempistica di 6 ore e 15 minuti. Ovviamente il tratto Sant’Erasmo – Punta Sabbioni e ritorno, è
stato percorso dopo pranzo, lasciando le canoe su una spiaggetta, legate fra di loro, per poi
dirigersi in 30 minuti a piedi, a fare un tuffo nell’Adriatico, perché S.Erasmo piacerà ai
Veneziani ma per noi che si viene da Livorno, quello non è mare;
4° tappa: Sant’Erasmo – Isola di San Francesco – Burano – Isola di Mazzorbetto sono 12,6
km con un tempo di 7 ore e 30 minuti. All’isola di San Francesco avevamo prenotato dopo
pranzo la visita all’interno della chiesa e del convento fondato dal Santo di ritorno dalle
Crociate. In pochi minuti si raggiunge Burano dove abbiamo fatto un giro concedendoci un
gelato, da lì arrivare alla base Nautica Nazionale di Mazzorbetto, ci vuole poco, giusto l’attraversare un paio di canali. Abbiamo pernottato nella base insieme ad un reparto maschile FSE (Scout D’Europa)
nautico di Treviso.
5° tappa: Isola di Mazzorbetto – Torcello – Campalto sono 12,8 km percorsi in 5 ore e 35 minuti,
contando una visita a Torcello e una sosta su un’isoletta prima di attraversare le bricole che
limitano il corridoio navigabile e trafficatissimo tra l’aeroporto e Venezia e dirigere dritti verso Campalto.
Verifica dell’Esperienza
Arrivati a Campalto, abbiamo comunicato a Pietro il nostro arrivo e lui, ragazzo speciale,
disponibilissimo fino all’ultimo, che mette molta vivacità in questo servizio di supporto ai
gruppi, ci ha portato, appunto, le canoe, dato le ultime dritte per il meteo e le maree con i siti
precisi e dopodiché ci ha lasciati liberi di vivere la nostra esperienza.
Noi super gasati per la partenza, abbiamo caricato le sacche e siamo partiti.
La prima tappa è stata molto tranquilla anche per capire anche come muoverci, stando attenti alle onde
provocate da traghetti e barche in funzione nella laguna.
Arrivati a Murano abbiamo trovato un’ottima accoglienza nella parrocchia di San Pietro. La
sera c’era pure la festa campestre per la quale abbiamo dato una mano, molto organizzata, si
respirava un’aria di serenità dove ognuno ricopriva il suo ruolo al meglio, è stata una bella
esperienza tutta da vivere sul campo. Un servizio estemporaneo che ci ha visto molto
impegnati tutta la sera, facendoci fare tardi ma rendendoci felici di aver conosciuto queste persone, tra i quali, molti scout o ex scout del gruppo Murano 1 e vari membri del Masci locale.
L’atmosfera la mattina tra i canali di Murano è stata fantastica, si sentiva il rumore della canoa che
scorreva sull’acqua, si potevano ascoltare i vari versi degli animali che si trovavano lungo i corsi o
sugli argini, ma attenzione alle maree! perché possono essere molto pericolose se si percorre un
tratto di barena (zona di terra emersa nelle lagune, tipicamente pianeggiante e periodicamente sommersa dalle maree, NDR) in secca o con acqua molto bassa. Ne possiamo parlare per esperienza perché si fa davvero molta fatica in questi casi e si rischia di restare impantanati.
Nell’isola di Sant’Erasmo a darci una grossa mano è stata Patrizia, una signora che
vive proprio là, di una dolcezza infinita, disponibile e sempre pronta ad aiutarti. Ci ha
spiegato il funzionamento delle maree, le quali si alzano e si abbassano ogni 6 ore.
Per passare un pomeriggio diverso, come avrete letto nel riquadro “Realizzazione” siamo
andati a fare un tuffo nell’Adriatico e per essere tardo pomeriggio l’acqua era comunque in
buone condizioni, non limpidissima ma bella comunque. Ci siamo rilassati molto e ci è
andata molto bene perché vicino alla spiaggia libera ci sono parecchie docce libere, perciò ci
siamo concessi una piccola rinfrescata prima di ritornare alle canoe e andare a “fare una
spiaggiata”.
Purtroppo la spiaggia era stata smossa e ci si sprofondava dentro; dunque, ci siamo
accampati in uno spiazzo con un telo impermeabile, trovato nelle vicinanze che copriva delle
canoe, e abbiamo dormito alle stelle, ma grazie al boschetto intorno siamo riusciti a
scampare l’alba, però la sera prima ci siamo goduti i fuochi d’artificio che spuntavano da
Punta Sabbioni.
Partiti presto per passare dall’area naturale delle barene siamo arrivati aggirandola a causa
della bassa marea, all’isola di San Francesco dove si respira un’aria di quiete, tranquillità e
contatto con la natura. All’interno del monastero ci sono molte curiosità da poter osservare.
Tutt’altra situazione a Burano dove i turisti sono incantati da queste casette tutte colorate in
maniera diversa, ognuna ha una particolarità e la vendita del vetro è tra le principali attività
commerciali del posto. Torcello invece è interessante, molto stretta, ma per visitare tutto ormai c’è da
pagare il biglietto, purtroppo, anche se per le guide è un buon affare dato che si trovano molti
turisti interessati alla visita guidata. Purtroppo per noi e per loro ci siamo alzati presto ed era ancora tutto chiuso e dovendo fare molti km in canoa non abbiamo potuto trattenerci un’ora sull’isola per visitarla.
La nostra route si sta per concludere, però, attenzione, perché durante gli ultimi tratti percorsi i pesci si sono dimostrati molto vivaci con noi, saltando fuori dall’acqua e cercando il contatto fisico con noi, anzi, se ve lo state chiedendo, sì! due o tre pesci ci sono saltati addosso o sono passati sopra alle nostre canoe mentre passavamo!
E dopo questo inaspettato saluto dei pesci della laguna, non ci resta che da fare Fiesta!!!