Con il legno delle barche che hanno portato i migranti a Lampedusa, persone detenute nel carcere di Opera (Milano) realizzeranno strumenti musicali.
Il prototipo di violino è stato benedetto da papa Francesco
Contrastare la cultura dello scarto è il messaggio centrale del magistero di papa Francesco, affidato anche all’enciclica Laudato si’. Nasce in questa prospettiva il progetto “Metamorfosi”, presentato nella mattinata di mercoledì 23 febbraio presso il carcere di Opera-Milano e promosso dalla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, in collaborazione con il Ministero dell’Interno, l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopolio e la Casa di Reclusione milanese.
In pratica, dieci barconi che nei mesi scorsi sono arrivati a Lampedusa sono stati affidati alla Fondazione dal Ministero dell’Interno e trasportati nel carcere alle porte di Milano. Saranno a disposizione del Laboratorio di liuteria e falegnameria del carcere e si trasformeranno in violini, viola e violoncelli, poi prestati ad orchestre italiane e straniere ed artisti di fama che li utilizzeranno per concerti in tutto il mondo. A lavorare il legno, i detenuti del carcere di massima sicurezza, uno dei più grandi di tutta Italia.
«Questi strumenti musicali potranno così essere suonati portando con loro una cultura della conoscenza, dell’accoglienza e dell’integrazione attraverso la bellezza e le armonie», ha commentato Arnoldo Mosca Mondadori, presidente della Fondazione, che il 4 febbraio scorso ha presentato a papa Francesco il primo violino realizzato dai barconi. «Vogliamo che le persone, soprattutto i più giovani, possano conoscere e divenire consapevoli del dramma che vivono quotidianamente, in tanti Paesi del mondo, i migranti, costretti a fuggire da guerre, persecuzioni, povertà, carestie. È un progetto che parla attraverso l’arte e la spiritualità, andando oltre qualsiasi strumentalizzazione politica di un tema così delicato, davanti al quale bisogna fare prima di tutto silenzio».
Dai 10 barconi che sono stati affidati alla Fondazione dal Ministero degli Interni e trasportati nel carcere di Opera il giorno 23 febbraio, saranno ricavati nel Laboratorio, nel corso del 2022, un secondo violino, la prima viola e il primo violoncello. Nel corso del 2023 le persone detenute realizzeranno con lo stesso legno 6 violini. A supervisionare il lavoro saranno l’artigiano Francesco Tuccio e il liutaio Enrico Allorto, che in prima persona realizzerà gli strumenti insieme alle persone detenute. Con ogni orchestra che chiederà gli strumenti, la Fondazione stabilirà un programma musicale e condividerà lo spirito affinché questi strumenti possano essere suonati portando con loro una cultura della conoscenza, dell’accoglienza e dell’integrazione attraverso la bellezza e le armonie.