“La relazione è una ricchezza per dare il meglio di noi e per ricevere il meglio dagli altri“. Queste parole del vescovo di Pisa Giovanni Paolo Benotto hanno aperto il Convegno Metodologico Interbranca dell’Agesci Toscana, un evento che ha riunito 520 capi scout dell’intera regione per confrontarsi sull’importanza delle relazioni vissute dai loro bambini e dai loro ragazzi. Capire e analizzare le relazioni con se stessi, con i propri pari, con gli adulti, con il mondo e con Dio è infatti ritenuta la base per svolgere un buon servizio educativo e per farsi trovare pronti di fronte ai bisogni di una fascia d’età amplia e complessa che va dagli 8 ai 21 anni, dunque i due giorni vissuti a Pisa hanno rappresentato l’occasione per approfondire questi aspetti attraverso la presenza di esperti e lo scambio di esperienze tra i capi.
Il Convegno Metodologico Interbranca si è aperto con i saluti del vescovo e del sindaco Marco Filippeschi presso gli Arsenali Repubblicani, poi l’incontro è entrato nel vivo con gli interventi di due esperti che hanno portato la loro esperienza professionale legata al tema delle relazioni in ambito sociale ed educativo. A dar vita ad un interessante colloquio sono stati Maria Luisa Ermini, psicoterapeuta ed ex responsabile regionale dell’Agesci Toscana, e Stefano Laffi, ricercatore sociale esperto in culture giovanili e autore del libro “Quello che dovete sapere di me”, una raccolta di lettere scritte da scout di tutta Italia in occasione della Route Nazionale del 2014 a San Rossore che fornisce un interessante spaccato sul loro pensiero e sulla loro quotidianità. Nei loro interventi è stata sottolineata l’importanza dell’ascolto e dell’accoglienza per costruire una sana relazione, fornendo utili consigli ai capi sulle modalità per far esprimere al meglio i loro ragazzi e per farli crescere. «Ci sono tre passi per diventare competenti nelle relazioni – ha spiegato Ermini. – La capacità di osservare e di ascoltare; la capacità di assumere comportamenti concreti e senza preconcetti; la capacità di veder scalfire le proprie convinzioni e di accettare di essere sorpresi e spiazzati. In ogni relazione dobbiamo valorizzare le risorse, non mettere in evidenza i limiti».
Queste parole sono diventate concrete con le esperienze e con i lavori di gruppo della domenica mattina che hanno visto i capi protagonisti attraverso il confronto e lo scambio di idee, in un clima di formazione e di crescita reciproca. A chiudere il Convegno Metodologico Interbranca è stata la Santa Messa celebrata a Santa Caterina dall’assistente ecclesiastico regionale don Luca Albizzi in cui sono state raccolte le offerte per aiutare i territori colpiti dal terremoto del Centro Italia. «Il Convegno Metodologico Interbranca – aggiungono i responsabili regionali Lorenzo Croci e Tania Cantini, – ha rappresentato un importante momento formativo e di condivisione per avviarci verso il nuovo anno scout: ora i nostri capi devono raccogliere i frutti del convegno nel loro rapporto quotidiano con i ragazzi».