CONVIVERE CON LE DIVERSITÀ

La città di Prato è ricca di storia e culture diverse, perciò abbiamo deciso di raccontarne alcuni aspetti. 

Sq. Pantere 

 

Nei mesi fra marzo e aprile abbiamo deciso di partecipare ai guidoncini verdi per  la specialità di giornalismo, per questo abbiamo deciso di realizzare un giornalino su Prato, raccontando quello che è questa città, poi abbiamo registrato un video dove intervistiamo varie persone ponendo loro domande di cultura generale riprese da test d’ammissione universitari per testare quante persone sarebbero in grado di accedervi. Per quest’ultima impresa invece abbiamo deciso di impegnarci sul tema dell’integrazione. Abbiamo infatti intervistato alcuni ragazzi di nazionalità cinese (comunità molto presente nella nostra città) facenti parte anche del nostro gruppo scout, per vedere come il fenomeno della migrazione è cambiato con il sopraggiungere del covid e come gli scout hanno influito.

James, un ragazzo di nazionalità cinese del nostro reparto, racconta che prima dell’avvento del covid non aveva avuto molte difficoltà a fare nuove amicizie. Lui stesso dice: «Avevo persino due migliori amici, non cinesi, e il rapporto con i miei compagni di classe era ottimo». E così anche per molti altri ragazzi. Ciò che ha influito è stato però l’arrivo della pandemia che ha reso tutti un po’ più diffidenti verso il prossimo, ma soprattutto verso la comunità cinese che veniva ritenuta responsabile del contagio. Giulia, una ragazza di origine cinese che non frequenta gli scout, addirittura dichiara che «le persone cercavano di evitarmi e di starmi il più lontano possibile per la paura che potessi infettarle e questo solo perché ho gli occhi mandorla».  Durante questo periodo perciò fare nuove conoscenze è stato più difficile, e solo i veri amici le sono rimasti accanto. Questo è stato uno dei motivi che ha spinto i nostri amici James e Luca a entrare a far parte degli scout: la speranza di trovare qualcuno pronto ad accoglierli e ad accettarli. «Ho notato un grande cambiamento da quando sono entrato negli scout, qui sono riuscito a farmi nuovi amici e ad integrarmi facilmente nel gruppo». Questo è ciò che riportano entrambi.

Secondo noi gli scout e l’associazione Agesci in particolare dovrebbero fare proprio questo: dare il buon esempio e aprirsi all’altro senza temere il diverso, perché non è altro se non motivo di arricchimento culturale. L’integrazione dovrebbe essere la normalità per tutte le realtà del mondo e noi ci auguriamo che, con i piccoli gesti che abbiamo compiuto in questi mesi, il messaggio che volevamo trasmettere sia arrivato e speriamo di aver dato il nostro contributo.

 

Sq. Pantere, Prato 2