“Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.” (MT 25,35-36)
Carissimi Capi,
abbiamo pensato di aprire questa nostra lettera con le parole del Vangelo, che chiaramente, ancora una volta, ci indica la strada e ci mostra l’orizzonte verso cui tendere.
Ci rivolgiamo a tutti voi e ai ragazzi che accompagnate.
Conosciamo l’impegno e l’entusiasmo che mettete in tutto quello che fate e sappiamo bene di che pasta siete fatti.
Durante il nostro Indaba, in settembre, ci siamo definiti “sentinelle dell’accoglienza”, sentinelle poste a guardia del confine. Come tali, adesso, ci sentiamo in dovere di avvertire, gridando forte, del pericolo concreto che vediamo. Crediamo che, oggi, quel confine sia stato valicato.
La negazione di alcuni diritti fondamentali della persona, l’accettazione che possano esserci livelli diversi di cittadinanza, l’impersonificazione del male nello straniero sono campanelli di allarme che non possiamo ignorare.
Esprimiamo, quindi, la nostra viva preoccupazione per il clima di intolleranza, paura e indifferenza che in questi mesi è andato crescendo nella nostra società.
La nostra associazione, come tantissime altre in Toscana ed in Italia, si è sempre spesa nei diversi contesti di marginalità (nei confronti di cittadini italiani e stranieri), arrivando dove altri sistemi di sostegno non riuscivano o non potevano agire. Fedeli al nostro Patto Associativo,abbiamo servito in tali contesti facendo del nostro meglio per produrre quel cambiamento
positivo che ci permettesse di “lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato”.
Spesso viene detto che, prima di occuparci degli stranieri, dovremmo pensare ai “nostri” poveri, ai nostri carcerati, ai nostri bambini. Noi già ci occupiamo anche di loro! E continueremo a farci prossimi di chiunque ne ha bisogno, perché siamo convinti che occupandosi degli uni non si trascurino né si abbandonino gli altri.
Il Signore ci chiede di non aver paura e di aprirci alla Speranza.
Così continueremo a fare: scegliere la Speranza. Saremo il sassolino nella scarpa, lo scandalo di chi questa Speranza sta tentando di soffocare.
Restiamo uniti e fedeli a ciò in cui crediamo Chiediamo ai voi capi di continuare questo nostro prezioso servizio. Non è questo il momento
di mollare, non è questo il momento di scoraggiarsi o assuefarsi a dinamiche che non ci convincono, non è questo il momento di chiudersi. È, invece, il momento di impegnarsi ancor di più nell’accoglienza che da anni è una delle nostre azioni prioritarie, come è anche una delle nostre strategie nazionali di intervento.
Non solo in teoria, ma soprattutto nella pratica: le azioni contano e le parole ispirano. Siate testimoni concreti e pieni di Spirito Santo!
Voi, cari ragazzi, alzate la testa, non dovete aver paura di soffrire per ciò che è ingiusto, siate di ispirazione per chi vi è accanto!
Siate quel sassolino, raddrizzate ciò che é storto, fatevi sentire, ricordando sempre che siete parte di una comunità.
Non perdete mai fiducia nelle nostre Istituzioni, nel nostro Stato, nella nostra bella Italia. Esigete piuttosto, a gran voce, che chi ci governa sia all’altezza del proprio compito e ruolo e della responsabilità che ha verso ognuno di noi.
“Fate ponti, per favore! E col dialogo, fate ponti”, come Papa Francesco ci ha ripetutamente invitato a fare nell’incontro avuto con la nostra associazione a Roma il 13.6.15.
Ricordatevi che siete voi il cambiamento, siete il futuro che entra in gioco oggi, come avete scritto e gridato durante il nostro Fuoco di Pentecoste lo scorso maggio a Lucca.
È il momento di alzare l’asticella, di chiedere, di impegnarsi, di gridare di più. In tutti i luoghi e nei contesti che ci sono propri come scout e come persone, per denunciare le ingiustizie e per annunciare che una giustizia vera, basata sul dialogo, l’accoglienza e il rispetto dei diritti, è possibile con l’impegno di tutti.
È il momento di rafforzare la rete di collaborazione con le altre realtà che si spendono per gli altri – specialmente per gli ultimi – e di valutare un nostro impegno politico crescente ai vari livelli, dove potremmo dare un contributo significativo.
É il momento di sentirsi cittadini di un’Europa che ha le sue origini in una visione di democrazia, tolleranza, pace, uguaglianza e libertà dove i confini non esistono. Non abbandoniamo questo sogno!
Come Comitato e Consiglio regionale ci impegniamo a sostenervi nelle sfide che ci aspettano, anche attraverso l’apertura di un dialogo con le altre associazioni e istituzioni impegnate nell’accoglienza, nell’integrazione e nella difesa dei diritti degli ultimi, per camminare insieme verso un mondo più giusto e più umano.
Siamo certi che saremo capaci di rimboccarci le maniche e di farci sentire
Noi, con l’aiuto di Dio, abbiamo scelto la Speranza!
Vi abbracciamo fraternamente…
e buona strada di cuore.
Il Consiglio Regionale Agesci Toscana